Cos’è in realtà lo stress?
Lo stress è semplicemente una sfida. Un qualcosa che ci spinge all’azione.
Nel momento in cui però, lo vediamo come un evento più grande di noi, un episodio che non riusciamo ad affrontare, una sfida troppo grande, e la percepiamo come una minaccia, allora entra in gioco un’altra reazione, la reazione di Distress.
In questo caso il nostro corpo entra in una modalità di sopravvivenza, il nostro cervello limita le sue funzioni a quelle strettamente indispensabili, e non ci consente l’accesso a quelle aree del cervello che sono deputate al trovare nuove soluzioni.
Va a prendere i riferimenti dalle azioni del passato, dalla volta precedente in cui noi abbiamo incontrato quella stessa situazione.
Il prendere le informazioni dalla modalità precedente ci porta a ripetere la stessa modalità di reazione. Che però non ci ha consentito di vivere in modo positivo l’esperienza.
Se magari è la prima volta che incontriamo questa situazione, è facile che vengano prese come riferimento le esperienze che derivano dalla nostra genetica. E se abbiamo la fortuna di avere una genetica che ha affrontato questa sfida in modo positivo è bellissimo. Ma se questo evento ci stressa, difficilmente è così.
Il fatto di vivere una vita molto sotto pressione, con ritmi serrati e la necessità di dover dare sempre risposte, ci porta a far si che questa reazione di distress si attivi in modo molto frequente.
E il nostro cervello diventa sempre più bravo a farlo perché facendolo spesso lo fa sempre meglio, fino a farla diventare un’abitudine.
A volte accade che in certi contesti, in certe situazioni, noi giochiamo sempre in difesa. Siamo sempre in una modalità di difesa, di sopravvivenza.
Questo però ci limita, perché non possiamo accedere alle aree del cervello che invece hanno tutte le soluzioni, che ci permettono di trovare nuove possibilità, ma anche di apprendere cose nuove e di usare al massimo tutto il nostro potenziale.
E come possiamo fare se il nostro cervello ormai si è abituato?
Beh, possiamo rieducarlo ad attivare quella modalità soltanto quando necessaria, e mostrargli come portare il sangue, il nutrimento, e quindi attivare tutte le aree del cervello in quel contesto, in quella situazione.